Resto al Sud 2.0: l’opportunità per giovani imprenditori del Sud Italia

Published On: Novembre 28, 2025Categories: Anticipo Fatture, Anticipo fatture online, Cessione del credito, Economia

Che cos’è Resto al Sud 2.0

Resto al Sud 2.0 è la nuova versione del programma di sostegno promosso da Invitalia, pensata per incentivare la nascita di nuove attività imprenditoriali, libere professioni o lavoro autonomo nelle regioni del Sud Italia. 

La misura è rivolta esclusivamente a giovani fra i 18 e i 35 anni (non compiuti) che si trovino in condizione di inoccupazione, inattività o disoccupazione; sono compresi anche i beneficiari del programma di occupabilità del lavoro (disoccupati GOL) e i cosiddetti working poor. 

Il bando si applica nelle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. 

La dotazione finanziaria complessiva stanziata per questa edizione ammonta a 356,4 milioni di euro

Cosa finanzia Resto al Sud 2.0: settori e attività ammissibili

Una delle caratteristiche più interessanti di Resto al Sud 2.0 è l’ampia gamma di attività che possono essere sostenute — con alcune esclusioni mirate. 

Attività ammissibili includono:

  • Imprese artigianali o industriali, comprese quelle che si occupano della trasformazione di prodotti agricoli, ittici o di acquacoltura (non si tratta di produzione primaria, ma di trasformazione): ad esempio laboratori, piccole industrie, attività manifatturiere.
  • Servizi, destinati sia a persone che ad altre imprese: consulenze, servizi professionali, servizi digitali, servizi per imprese, e simili. 
  • Commercio: attività di vendita, distribuzione, negozi, e via dicendo. 
  • Turismo: imprese legate al turismo, ricettività, servizi turistici, ospitalità, ecc. 
  • Libere professioni: individuali o societarie. 

Attività escluse:

  • Non sono ammesse le iniziative di “produzione primaria” nel settore agricolo, della pesca o acquacoltura: ovvero non si finanziano coltivazioni, pesca diretta, allevamenti, raccolta primaria. 

Questa ampia apertura rende il bando molto flessibile e adatto a una grande varietà di progetti, dalle startup tecnologiche a microimprese artigianali, dai negozi tradizionali fino a servizi professionali o creativi.

Quanto si può ottenere: agevolazioni e intensità dei contributi

La parte forse più interessante di Resto al Sud 2.0 riguarda le forme di sostegno economico: sono tutte “a fondo perduto” (cioè non rimborsabili) e possono raggiungere percentuali molto alte, a seconda della modalità scelta.

Le opzioni principali sono:

  • Voucher a fondo perduto: fino a 40.000 euro, con possibilità di arrivare a 50.000 euro in caso di maggiorazione, ad esempio se una parte dell’investimento riguarda digitalizzazione, innovazione o sostenibilità. 
  • Contributo a fondo perduto per programmi di investimento:
    • 75% per investimenti fino a 120.000 euro.
    • 70% per investimenti tra 120.001 e 200.000 euro.

Alcuni approfondimenti sulle spese ammissibili:

  • Per il voucher è possibile coprire l’acquisto di beni strumentali (macchinari, attrezzature, arredi nuovi), software, servizi ICT, arredi, servizi di consulenza tecnica forniti da enti del Terzo Settore per attività di innovazione, certificazioni ambientali/energetiche, sviluppo di prototipi, branding, marketing digitale. 
  • Se invece si opta per il contributo percentuale, tra le spese ammissibili possono rientrare anche opere edili di ristrutturazione o manutenzione straordinaria (fino a un limite, spesso 50% del totale del programma), oltre a macchinari, attrezzature, software, immobilizzazioni immateriali, consulenze tecnico-specialistiche. 

In alcuni casi la maggiorazione del voucher può essere concessa se almeno il 20% della spesa è destinata a beni strumentali o servizi innovativi/digitali/green, oppure se una parte significativa della maggiorazione viene utilizzata per consulenze da ETS (Enti del Terzo Settore) finalizzate a innovazione, prototipazione, certificazioni ambientali o energetiche. 

In alcune fonti emerge anche la possibilità di un servizio di tutoring offerto dallo stesso Invitalia, con un valore massimo (per esempio 5.000 euro) per supporto tecnico e gestionale al nuovo imprenditore. 

Quando e come presentare la domanda

  • Lo sportello per presentare domanda è stato aperto il 15 ottobre 2025, alle ore 12:00. 
  • Le domande si presentano esclusivamente online, tramite il sito di Invitalia, accedendo alla propria area personale. È necessario disporre di identità digitale (SPID, CNS, CIE). I
  • L’esame delle domande avviene in ordine cronologico di presentazione, entro 90 giorni dalla ricezione, e fino a esaurimento delle risorse disponibili. 
  • È importante preparare in anticipo tutta la documentazione: business plan, piano di investimento, spese previste, eventualmente deleghe, preventivi, dati societari, ecc. In fase di domanda, si può anche anticipare la registrazione dell’iniziativa e l’indicazione di eventuale delegato. 

Perché può rappresentare una grande opportunità — e quali sono i rischi/limiti da considerare

I punti di forza

  • Fondo perduto elevato: ricevere fino al 75% (o addirittura 100% nel caso del voucher) delle spese significa poter partire con risorse minime proprie, o addirittura senza capitale iniziale. Questo abbassa la barriera d’ingresso per chi ha idee ma pochi mezzi.
  • Ampia flessibilità di settori: dalla manifattura, artigianato, commercio, servizi, turismo, professioni — la varietà di attività ammesse dà spazio a molti tipi di progetto, anche creativi o innovativi.
  • Incentivo pensato per i giovani: rivolta a under 35, la misura ha un forte profilo sociale e occupazionale: punta a far nascere nuove imprese, lavoro autonomo e autoimprenditorialità, stimolando la crescita economica locale nel Mezzogiorno.
  • Possibilità di maggiorazioni e incentivi aggiuntivi: chi punta su digitalizzazione, innovazione, sostenibilità o servizi di consulenza tecnico-specialistica può ottenere condizioni ancora più favorevoli (voucher elevato, contributi, servizi di tutoring).
  • Strumento di riqualificazione territoriale: potenzialmente aiuta a valorizzare territori spesso marginalizzati, generando lavoro e nuove imprese locali invece di favorire solo trasferimenti altrove.

Attenzione a certi limiti e criticità

  • Le attività escluse: chi voleva puntare su agricoltura, pesca o acquacoltura “tradizionali” (produzione primaria) non può accedere. Questo orienta la misura verso settori secondari/terziari.
  • Quote di co-finanziamento: nel caso di contributi percentuali (non voucher), spesso bisogna coprire una parte residua (es. 25-30%) con fondi propri, prestiti, conferimenti soci, microcredito, ecc. Non sempre facile, specie per chi parte da zero. 
  • Necessità di progetto ben strutturato: un business plan realistico, sostenibile, con prospettive concrete di redditività. Senza un piano credibile, la domanda rischia di essere respinta.
  • Rischio “a sportello” — ordine cronologico: chi invia la domanda subito ha più chance; c’è competizione e i fondi sono limitati. Chi arriva dopo rischia di non essere finanziato, anche se il progetto è buono.
  • Rigidità su alcune voci di spesa: certe categorie come acquisto terreni, consulenze generiche non attinenti all’innovazione, spese non ammissibili — vanno evitate. Bisogna rispettare le regole di rendicontazione, tempistiche, tipologia di spese.

Chi potrebbe davvero beneficiare di Resto al Sud 2.0: profili tipo e idee valide

Questo bando è particolarmente adatto per alcuni profili e tipologie di progetti:

  • Giovani sotto i 35 anni che vogliono lasciare l’inattività/disoccupazione e mettersi in proprio: con risorse limitate, ma voglia e idee.
  • Aspiranti imprenditori che vogliono avviare microimprese artigianali o manifatturiere: laboratori artigianali, piccole produzioni, trasformazione di beni, start-up di produzione leggera.
  • Freelance, liberi professionisti, consulenti: attività professionali — magari digitali, creative, servizi a imprese o privati.
  • Idee di business legate a digitalizzazione, tecnologia, servizi innovativi: software, app, servizi ICT, consulenze, servizi alle imprese. In questi casi il voucher aumentato o il contributo può essere particolarmente vantaggioso.
  • Attività commerciali o turistiche nelle regioni del Sud: negozi, e-commerce, servizi turistici, ospitalità, ricettività, servizi correlati al turismo, magari puntando su digitalizzazione o innovazione per distinguersi.
  • Piccoli imprenditori che vogliono avviare iniziative con risorse minime proprie ma con potenzialità di crescita — l’agevolazione può fare da “ponte” per far partire l’attività.

In pratica, è ideale per chi ha un’idea concreta e vuole “provare” a lanciare un’attività con un rischio finanziario molto contenuto.

Buone pratiche per una domanda efficace: consigli per candidarsi e aumentare le chance

Se stai pensando di presentare domanda per Resto al Sud 2.0, ecco alcuni suggerimenti che aumentano le probabilità di successo:

  1. Prepara un business plan dettagliato e convincente
    • Definisci in modo chiaro l’idea, il mercato, il target, l’offerta di valore.
    • Includi un piano finanziario realistico: proiezioni dei costi, ricavi, flusso di cassa, break-even, sostenibilità.
    • Considera la quota di co-finanziamento se scegli contributo percentuale e spiega come la coprirai (capitale proprio, prestiti, soci, microcredito, ecc.).
  2. Scegli il tipo di agevolazione più adatto
    • Se il progetto richiede un investimento contenuto (es. macchinari, attrezzature, software, start-up leggera), il voucher da 40-50.000 euro può essere sufficiente ed è 100% fondo perduto.
    • Se prevedi un investimento più consistente (locali, ristrutturazioni, impianti, attrezzature, più scale di crescita), valuta il contributo percentuale (75% o 70%).
  3. Inserisci elementi di innovazione, digitalizzazione o sostenibilità
    • Questo può facilitare l’accesso a maggiorazioni (voucher elevato) e rendere più competitivo il progetto.
    • Investi in beni immateriali come software, piattaforme, branding digitale, servizi ICT, e in consulenze tecnico-specialistiche (per esempio da ETS su innovazione, certificazioni ambientali o energetiche).
  4. Prepara tutta la documentazione con anticipo
    • Registrazione dell’iniziativa su Invitalia, eventuali deleghe, dati societari, preventivi, piani finanziari, business plan, tempistiche coerenti.
    • Verifica i requisiti soggettivi e territoriali (età, residenza, sede dell’attività in regioni ammissibili).
  5. Presenta la domanda il prima possibile
    • Lo sportello è “a sportello” (ordine cronologico), quindi inviare subito può fare la differenza.
    • Se ci sono co-fondatori/soci, accertati che rispettino i requisiti e che la struttura societaria rientri nei criteri ammessi.
  6. Se possibile, punta su progetti con elementi distintivi
    • Idee innovative, opportunità nei servizi, digitalizzazione, alta qualità. Progetti che portano valore aggiunto al territorio, o che compensano carenze locali.
    • Questo può aumentare le probabilità di successo e rendere il business sostenibile a medio-lungo termine.

Cosa cambia rispetto a precedenti versioni (o altri incentivi simili)

È utile contestualizzare Resto al Sud 2.0 rispetto a programmi passati, per capire meglio il vantaggio che offre oggi.

  • Il precedente Resto al Sud (non “2.0”) — con requisiti diversi, 

Conclusioni: come CreditCash.it può guidarti verso il successo con Resto al Sud 2.0

Quando si affronta un programma complesso e competitivo come Resto al Sud 2.0, avere un partner esperto fa la differenza. CreditCash.it offre un servizio professionale di CFO esterno che supporta imprenditori, freelance e start-up in tutte le fasi del progetto. Questo approccio evita errori, ottimizza le risorse e massimizza le possibilità di ottenere il finanziamento.

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  • Pianificazione degli investimenti: analisi dei costi, definizione di priorità strategiche, proiezioni economiche e strutturazione del budget.
  • Ricerca di fondi agevolati per nuove imprese: mappatura continua degli incentivi attivi, inclusi contributi a fondo perduto, bandi regionali e opportunità nazionali.
  • Redazione professionale del business plan: un documento chiaro, convincente e completo, indispensabile per presentare la domanda Resto al Sud 2.0 in modo efficace.

L’esperienza di CreditCash.it nel settore della finanza agevolata permette di trasformare un’idea in un progetto sostenibile, competitivo e pronto a convincere gli enti valutatori. Per chi vuole avviare un’attività nel Mezzogiorno, affidarsi a un team di consulenza esperto significa far crescere il proprio progetto con solidità, sicurezza e una visione strategica di lungo periodo.

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