Resto al Sud 2.0: l’opportunità per giovani imprenditori del Sud Italia
Che cos’è Resto al Sud 2.0
Resto al Sud 2.0 è la nuova versione del programma di sostegno promosso da Invitalia, pensata per incentivare la nascita di nuove attività imprenditoriali, libere professioni o lavoro autonomo nelle regioni del Sud Italia.
La misura è rivolta esclusivamente a giovani fra i 18 e i 35 anni (non compiuti) che si trovino in condizione di inoccupazione, inattività o disoccupazione; sono compresi anche i beneficiari del programma di occupabilità del lavoro (disoccupati GOL) e i cosiddetti working poor.
Il bando si applica nelle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
La dotazione finanziaria complessiva stanziata per questa edizione ammonta a 356,4 milioni di euro.
Cosa finanzia Resto al Sud 2.0: settori e attività ammissibili
Una delle caratteristiche più interessanti di Resto al Sud 2.0 è l’ampia gamma di attività che possono essere sostenute — con alcune esclusioni mirate.
Attività ammissibili includono:
- Imprese artigianali o industriali, comprese quelle che si occupano della trasformazione di prodotti agricoli, ittici o di acquacoltura (non si tratta di produzione primaria, ma di trasformazione): ad esempio laboratori, piccole industrie, attività manifatturiere.
- Servizi, destinati sia a persone che ad altre imprese: consulenze, servizi professionali, servizi digitali, servizi per imprese, e simili.
- Commercio: attività di vendita, distribuzione, negozi, e via dicendo.
- Turismo: imprese legate al turismo, ricettività, servizi turistici, ospitalità, ecc.
- Libere professioni: individuali o societarie.
Attività escluse:
- Non sono ammesse le iniziative di “produzione primaria” nel settore agricolo, della pesca o acquacoltura: ovvero non si finanziano coltivazioni, pesca diretta, allevamenti, raccolta primaria.
Questa ampia apertura rende il bando molto flessibile e adatto a una grande varietà di progetti, dalle startup tecnologiche a microimprese artigianali, dai negozi tradizionali fino a servizi professionali o creativi.
Quanto si può ottenere: agevolazioni e intensità dei contributi
La parte forse più interessante di Resto al Sud 2.0 riguarda le forme di sostegno economico: sono tutte “a fondo perduto” (cioè non rimborsabili) e possono raggiungere percentuali molto alte, a seconda della modalità scelta.
Le opzioni principali sono:
- Voucher a fondo perduto: fino a 40.000 euro, con possibilità di arrivare a 50.000 euro in caso di maggiorazione, ad esempio se una parte dell’investimento riguarda digitalizzazione, innovazione o sostenibilità.
- Contributo a fondo perduto per programmi di investimento:
- 75% per investimenti fino a 120.000 euro.
- 70% per investimenti tra 120.001 e 200.000 euro.
Alcuni approfondimenti sulle spese ammissibili:
- Per il voucher è possibile coprire l’acquisto di beni strumentali (macchinari, attrezzature, arredi nuovi), software, servizi ICT, arredi, servizi di consulenza tecnica forniti da enti del Terzo Settore per attività di innovazione, certificazioni ambientali/energetiche, sviluppo di prototipi, branding, marketing digitale.
- Se invece si opta per il contributo percentuale, tra le spese ammissibili possono rientrare anche opere edili di ristrutturazione o manutenzione straordinaria (fino a un limite, spesso 50% del totale del programma), oltre a macchinari, attrezzature, software, immobilizzazioni immateriali, consulenze tecnico-specialistiche.
In alcuni casi la maggiorazione del voucher può essere concessa se almeno il 20% della spesa è destinata a beni strumentali o servizi innovativi/digitali/green, oppure se una parte significativa della maggiorazione viene utilizzata per consulenze da ETS (Enti del Terzo Settore) finalizzate a innovazione, prototipazione, certificazioni ambientali o energetiche.
In alcune fonti emerge anche la possibilità di un servizio di tutoring offerto dallo stesso Invitalia, con un valore massimo (per esempio 5.000 euro) per supporto tecnico e gestionale al nuovo imprenditore.
Quando e come presentare la domanda
- Lo sportello per presentare domanda è stato aperto il 15 ottobre 2025, alle ore 12:00.
- Le domande si presentano esclusivamente online, tramite il sito di Invitalia, accedendo alla propria area personale. È necessario disporre di identità digitale (SPID, CNS, CIE). I
- L’esame delle domande avviene in ordine cronologico di presentazione, entro 90 giorni dalla ricezione, e fino a esaurimento delle risorse disponibili.
- È importante preparare in anticipo tutta la documentazione: business plan, piano di investimento, spese previste, eventualmente deleghe, preventivi, dati societari, ecc. In fase di domanda, si può anche anticipare la registrazione dell’iniziativa e l’indicazione di eventuale delegato.
Perché può rappresentare una grande opportunità — e quali sono i rischi/limiti da considerare
I punti di forza
- Fondo perduto elevato: ricevere fino al 75% (o addirittura 100% nel caso del voucher) delle spese significa poter partire con risorse minime proprie, o addirittura senza capitale iniziale. Questo abbassa la barriera d’ingresso per chi ha idee ma pochi mezzi.
- Ampia flessibilità di settori: dalla manifattura, artigianato, commercio, servizi, turismo, professioni — la varietà di attività ammesse dà spazio a molti tipi di progetto, anche creativi o innovativi.
- Incentivo pensato per i giovani: rivolta a under 35, la misura ha un forte profilo sociale e occupazionale: punta a far nascere nuove imprese, lavoro autonomo e autoimprenditorialità, stimolando la crescita economica locale nel Mezzogiorno.
- Possibilità di maggiorazioni e incentivi aggiuntivi: chi punta su digitalizzazione, innovazione, sostenibilità o servizi di consulenza tecnico-specialistica può ottenere condizioni ancora più favorevoli (voucher elevato, contributi, servizi di tutoring).
- Strumento di riqualificazione territoriale: potenzialmente aiuta a valorizzare territori spesso marginalizzati, generando lavoro e nuove imprese locali invece di favorire solo trasferimenti altrove.
Attenzione a certi limiti e criticità
- Le attività escluse: chi voleva puntare su agricoltura, pesca o acquacoltura “tradizionali” (produzione primaria) non può accedere. Questo orienta la misura verso settori secondari/terziari.
- Quote di co-finanziamento: nel caso di contributi percentuali (non voucher), spesso bisogna coprire una parte residua (es. 25-30%) con fondi propri, prestiti, conferimenti soci, microcredito, ecc. Non sempre facile, specie per chi parte da zero.
- Necessità di progetto ben strutturato: un business plan realistico, sostenibile, con prospettive concrete di redditività. Senza un piano credibile, la domanda rischia di essere respinta.
- Rischio “a sportello” — ordine cronologico: chi invia la domanda subito ha più chance; c’è competizione e i fondi sono limitati. Chi arriva dopo rischia di non essere finanziato, anche se il progetto è buono.
- Rigidità su alcune voci di spesa: certe categorie come acquisto terreni, consulenze generiche non attinenti all’innovazione, spese non ammissibili — vanno evitate. Bisogna rispettare le regole di rendicontazione, tempistiche, tipologia di spese.
Chi potrebbe davvero beneficiare di Resto al Sud 2.0: profili tipo e idee valide
Questo bando è particolarmente adatto per alcuni profili e tipologie di progetti:
- Giovani sotto i 35 anni che vogliono lasciare l’inattività/disoccupazione e mettersi in proprio: con risorse limitate, ma voglia e idee.
- Aspiranti imprenditori che vogliono avviare microimprese artigianali o manifatturiere: laboratori artigianali, piccole produzioni, trasformazione di beni, start-up di produzione leggera.
- Freelance, liberi professionisti, consulenti: attività professionali — magari digitali, creative, servizi a imprese o privati.
- Idee di business legate a digitalizzazione, tecnologia, servizi innovativi: software, app, servizi ICT, consulenze, servizi alle imprese. In questi casi il voucher aumentato o il contributo può essere particolarmente vantaggioso.
- Attività commerciali o turistiche nelle regioni del Sud: negozi, e-commerce, servizi turistici, ospitalità, ricettività, servizi correlati al turismo, magari puntando su digitalizzazione o innovazione per distinguersi.
- Piccoli imprenditori che vogliono avviare iniziative con risorse minime proprie ma con potenzialità di crescita — l’agevolazione può fare da “ponte” per far partire l’attività.
In pratica, è ideale per chi ha un’idea concreta e vuole “provare” a lanciare un’attività con un rischio finanziario molto contenuto.
Buone pratiche per una domanda efficace: consigli per candidarsi e aumentare le chance
Se stai pensando di presentare domanda per Resto al Sud 2.0, ecco alcuni suggerimenti che aumentano le probabilità di successo:
- Prepara un business plan dettagliato e convincente
- Definisci in modo chiaro l’idea, il mercato, il target, l’offerta di valore.
- Includi un piano finanziario realistico: proiezioni dei costi, ricavi, flusso di cassa, break-even, sostenibilità.
- Considera la quota di co-finanziamento se scegli contributo percentuale e spiega come la coprirai (capitale proprio, prestiti, soci, microcredito, ecc.).
- Scegli il tipo di agevolazione più adatto
- Se il progetto richiede un investimento contenuto (es. macchinari, attrezzature, software, start-up leggera), il voucher da 40-50.000 euro può essere sufficiente ed è 100% fondo perduto.
- Se prevedi un investimento più consistente (locali, ristrutturazioni, impianti, attrezzature, più scale di crescita), valuta il contributo percentuale (75% o 70%).
- Inserisci elementi di innovazione, digitalizzazione o sostenibilità
- Questo può facilitare l’accesso a maggiorazioni (voucher elevato) e rendere più competitivo il progetto.
- Investi in beni immateriali come software, piattaforme, branding digitale, servizi ICT, e in consulenze tecnico-specialistiche (per esempio da ETS su innovazione, certificazioni ambientali o energetiche).
- Prepara tutta la documentazione con anticipo
- Registrazione dell’iniziativa su Invitalia, eventuali deleghe, dati societari, preventivi, piani finanziari, business plan, tempistiche coerenti.
- Verifica i requisiti soggettivi e territoriali (età, residenza, sede dell’attività in regioni ammissibili).
- Presenta la domanda il prima possibile
- Lo sportello è “a sportello” (ordine cronologico), quindi inviare subito può fare la differenza.
- Se ci sono co-fondatori/soci, accertati che rispettino i requisiti e che la struttura societaria rientri nei criteri ammessi.
- Se possibile, punta su progetti con elementi distintivi
- Idee innovative, opportunità nei servizi, digitalizzazione, alta qualità. Progetti che portano valore aggiunto al territorio, o che compensano carenze locali.
- Questo può aumentare le probabilità di successo e rendere il business sostenibile a medio-lungo termine.
Cosa cambia rispetto a precedenti versioni (o altri incentivi simili)
È utile contestualizzare Resto al Sud 2.0 rispetto a programmi passati, per capire meglio il vantaggio che offre oggi.
- Il precedente Resto al Sud (non “2.0”) — con requisiti diversi,
Conclusioni: come CreditCash.it può guidarti verso il successo con Resto al Sud 2.0
Quando si affronta un programma complesso e competitivo come Resto al Sud 2.0, avere un partner esperto fa la differenza. CreditCash.it offre un servizio professionale di CFO esterno che supporta imprenditori, freelance e start-up in tutte le fasi del progetto. Questo approccio evita errori, ottimizza le risorse e massimizza le possibilità di ottenere il finanziamento.
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- Pianificazione degli investimenti: analisi dei costi, definizione di priorità strategiche, proiezioni economiche e strutturazione del budget.
- Ricerca di fondi agevolati per nuove imprese: mappatura continua degli incentivi attivi, inclusi contributi a fondo perduto, bandi regionali e opportunità nazionali.
- Redazione professionale del business plan: un documento chiaro, convincente e completo, indispensabile per presentare la domanda Resto al Sud 2.0 in modo efficace.
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